Solo ventenni ? (di movimenti ed altro)

Una riflessione mi è sorta leggendo il posto di Scorfano “Il nome dei nemici“.

Ora, a parte le mie obiezioni al fatto che siano i quarantenni a dover essere visti come dei nemici, riflettendo ulteriormente mi è venuta in mente una domanda: perchè tutto questo dovrebbe essere solo di interesse dei ventenni ?

Se leggo il racconto di uno degli Occupy americani, trovo questa descrizione: “There were students and grandparents; mothers and fathers. There was a place for children to play under careful supervision while their parents marched down Main Street to the local Bank of America, which closed early to avoid confrontation with the people pictured above. There were men in masks and unmasked men, all carrying the same message: They are tired of being the silent ones.”

Non sta descrivendo un movimento di giovini arrabbiati, sta descrivendo un movimento di gente di tutte le età unite dal volere cambiare qualcosa.

Non c’è un nemico generazionale, c’è un nemico comune. E il nome del nemico del sessantenne con la pensione minima può essere lo stesso del ventenne precario.

Abbiamo già avuto un movimento dove il nemico era generazionale, un movimento dove “son finiti tutti notai”.

A tutto questo parlar di rivoluzione che sento in giro mi sembra s’addica benissimo l’immortale frase di Tomasi di Lampedusa: “Cambiare tutto per non cambiare niente”.

Siamo un paese dove da più di 20 anni non si fa politica di alcun genere, dove i movimenti sono nati, cresciuti e morti o sono stati il comodo pontone per il passaggio verso l’agone politico tradizionale.

Mi dispiace, il cambiamento non è solo qualcosa che interessa i ventenni, è qualcosa che ci deve toccare tutti.

A meno di voler di nuovo una serie di begli slogan e un po’ di violenza arrabbiata ma nessun cambiamento concreto in questo paese.